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Il gioco delle maschere

Quello del carnevale è un periodo molto sentito in Italia, i paesi si riempiono di bambini e adulti mascherati, si organizzano diverse sfilate di carri, le strade si riempiono di coriandoli e stelle filanti. Al di là della concezione tipica del carnevale, tuttavia, vogliamo stimolare una riflessione sul concetto di maschera e sul suo significato per le persone neurodivergenti, che ne indossano una tutti i giorni.



    Le persone neurodivergenti possono arrivare a indossare una maschera ogni giorno
Le persone neurodivergenti possono arrivare a indossare una maschera ogni giorno

Un teatro quotidiano

Quello del Carnevale è un periodo molto divertente, in cui si può fingere di essere qualcuno che non si è, con dei semplici stratagemmi. Basta una mascherina sugli occhi, un vestito diverso dal solito, un richiamo a un personaggio di fantasia o reale e si può evadere dalla propria realtà, per divertirsi con gli altri.

Ma cosa succede quando si fa masking ogni giorno, e ogni giorno ci si nasconde dietro una falsa identità, un falso modo di essere? Questa è la realtà delle persone neurodivergenti, che hanno bisogno, per uniformarsi alla società neurotipica, di nascondere quelle azioni, quelle parole, quegli atteggiamenti che invece fanno totalmente parte di loro. Questi individui indossano una maschera ogni giorno, per conformarsi alle aspettative sociali ed essere accettati.

Un po' come nel monologo finale di Kill Bill: Volume 2 Quentin Tarantino dichiara, prendendo spunto dal fumetto della DC Comincs, che Clark Kent è la maschera, e Superman la vera identità, così molte persone neurodivergenti occultano se stesse per nascondersi. Evitano di fare stimming, si forzano a guardare gli altri negli occhi, imitano espressioni facciali e studiano script sociali per essere più "invisibili". In un certo senso, per chi fa masking è sempre Carnevale, ma non in accezione divertente.



    Persone che indossano quotidianamente una maschera possono sentirsi più liberi quando tutti ne indossano una
Persone che indossano quotidianamente una maschera possono sentirsi più liberi quando tutti ne indossano una

Se sono tutti speciali... nessuno lo è più!

Questa semi-citazione dal film Gli incredibili vuole aprire una riflessione: nel momento in cui tutte le persone che ci circondano sono mascherate, allora la maschera diventa norma, diventa regolarità, diventa consuetudine. Tuttavia, come dicevamo, le persone neurodivergenti possono fare masking ogni singolo giorno. Il Carnevale allora può diventare, per loro, un'opportunità per essere davvero se stessi, per sentirsi liberi, per non nascondersi.

Paradossalmente, quindi, il carnevale neurodiverso potrebbe essere occasione di liberarsi della propria maschera, senza timore di esprimere il proprio essere, perché è quel momento in cui la diversità viene non solo tollerata, ma addirittura celebrata. Di conseguenza, sicuramente può essere occasione di maggiore inclusione: in un mondo dove tutti sono "speciali", di fatto, nessuno è davvero speciale!


    Indossare tante maschere può far perdere la propria vera identità
Indossare tante maschere può far perdere la propria vera identità

Maschera e identità

La maschera è uno strumento che può portare a interrogarci su chi siamo davvero: chi stiamo cercando di nascondere? Perché non possiamo essere come davvero ci sentiamo? Perché sentiamo il bisogno di usare un'altra identità? Queste domande possono essere ancora più importanti per una persona neurodivergente.

Attuare strategie di masking per molti anni, infatti, può portare a smarrire il contatto con il proprio Sé; si finisce per perdere di vista il limite tra la maschera e la persona, soffocare i propri desideri e le proprie passioni, sopprimere le proprie emozioni.

Chi sente di aver perso il proprio Io potrebbe quindi intraprendere un percorso di auto-scoperta, riappropriarsi di comportamenti precedentemente soppressi, ritrovare interessi messi da parte.

Dal carnevale può partire una riflessione sull'opportunità, per le persone neurodivergenti, di raccontare apertamente il proprio vissuto, rivendicando il diritto a essere se stesse, senza doversi conformare alla società neurotipica a ogni costo. Perché il costo c'è, sia fisico che emotivo. Per fortuna, però, negli ultimi anni si sta diffondendo l'idea di considerare la neurodivergenza come un fenotipo, cioè una parte naturale della variabilità umana.


    Sarà possibile prima o poi gettare la maschera?
Sarà possibile prima o poi gettare la maschera?

Il carnevale può essere spunto per capire chi siamo davvero, chi ci sentiamo nel profondo. Da parte nostra, ci auguriamo che un giorno sarà possibile per tutti essere se stessi, abbassare la maschera senza paura di essere rifiutati e accogliere in pieno il proprio sentire e la propria persona.

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Non dimenticare di leggere anche altri articoli! Se vuoi sapere come le persone neurodivergenti possono affrontare il giorno degli innamorati, clicca qui: San Valentino; se ti interessa sapere come il masking e altri fattori possano portare a un esaurimento le persone autistiche, clicca qui: Burnout autistico; se invece vuoi un confornto con un'altra festa collegata alle maschere, leggi l'articolo su Halloween.


A cura di Chiara P.



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